sanità pubblica sempre meno risorse
Le mance non finiscono mai e ne beneficiano solo i privati, non la sanità pubblica.
La notizia è tratta dall’articolo di Paolo Russo pubblicato su “LA Stampa” del 27 ottobre 2023.
Il resoconto dell’ approccio alla gestione dei fondi destinati alla sanità pubblica del governo Meloni, destinati ai privati convenzionati.
La riduzione delle liste di attesa nella sanità pubblica è l’obbiettivo della Meloni, infatti mette sul piatto della finanziaria, oramai, in dirittura di arrivo, circa 2 miliardi: 280 milioni nel 2023 ed altri 1,2 miliardi da spalmare nei prossimi anni a tutto vantaggio del privato convenzionato (centri diagnostici, clinici, laboratori). Ad essi si sommano altri 520 miliardi che non entrano nel FSN (Fondo Sanitario Nazionale). Vengono assegnati alle regioni con scopo vincolato all’abbattimento delle liste di attesa, da trarre dalle risorse del bilancio regionale e destinate al privato accreditato, ovviamente, sottratte alla sanità pubblica.
È chiara la volontà politica non solo della Meloni ma anche dei governi precedenti di centro-sinistra di: ridurre le risorse finanziarie al FSN (Fondo Sanitario Nazionale), fare regali al privato accreditato, non adeguare gli stipendi dei medici e degli infermieri, non mettere in atto il turnover del personale in pensione.
In molti ospedali del Sud, mancano le lenzuola, le coperte e la strumentazione funzionante, ad esso si aggiunga la fuga dei medici e degli infermieri verso le regioni del Centro-Nord ed all’estero, allettati da migliori stipendi. Lo scopo è concentrare le risorse da gestire nelle mani di pochi, non migliorare la sanità pubblica.
Il principio adottato è identico a quello dell’autonomia regionale differenziata voluta dalla Meloni: non si tiene conto delle persone e dei territori fragili, mentre si assegnano risorse finanziarie, a piene mani, al privato accreditato e si dimenticano i 5 milioni di persone in condizioni di povertà assoluta (rapporto ISTAT 2022).
di Antonio Bianco
