Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, bolla l’autonomia differenziata come un male da evitare

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 di Antonio Bianco

Napoli come “Terra di confine” […] “tra un Sud che non parte e un Nord che non viene”. Le parole dell’arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia, disegnano un paese diviso e diseguale con 20 milioni di meridionali in bilico tra la quotidianità da inventare, giorno per giorno, con servizi pubblici inefficienti a fronte di addizionali regionali e comunali imposte con l’aliquota più alta. “L’Autonomia differenziata pillola sbagliata da ricetta sbagliata”, tuona l’arcivescovo di Napoli sul giornale Today.

La legge Calderoli sul regionalismo differenziato propone un paese segnato da incolmabili sperequazioni, che ignora la Questione Meridionale, derubricata da tema nazionale ad affare privato dei meridionali. Il governo vuole applicare la Costituzione ma, nei fatti, la spazza via, rende vano il principio di uguaglianza e di solidarietà ed applica la regola del più forte che divora il più debole. Teorema reso reale nei confronti dei meridionali, costretti a condizioni di sottosviluppo socio-economico causa ed effetto della spesa storica.  Il Sud ha infrastrutture obsolete che minano la possibilità di mettere in moto il secondo motore dell’economia italiana.  Solo se cadono le briciole dal tavolo della presunta locomotiva del Nord, possono essere investite nel meridione, ritenuto sprecone e dedito a rimpinguare la delinquenza organizzata. Un mantra inaccettabile, infamante, messo in piedi da una classe politica che considera il Sud la colonia dalla quale estrarre risorse economiche ed umane. Area che si spopola, i giovani migrano in cerca di lavoro e di un’affermazione professionale, sempre in maggior numero, snobbano il Nord e si recano all’estero. Bisogna avere una visione inclusiva e non lasciarci trascinare dall’egoismo, che ci conduce verso la balcanizzazione del paese.


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