Il Paese unito a Napoli, contro la “secessione dei ricchi”

di Antonio Bianco
La manifestazione di venerdì 17 marzo c.a. dei sindaci del “Recovery Sud” con i partiti, i sindacati, l’ANPI, il comitato del NO Autonomia, il Comitato G. Salvemini, gli alunni del Liceo Artistico di Corato (BA), i parlamentari del PD e del M5S, nonché cittadini e la società civile, è stata imponente. Il variopinto corteo è partito da piazza del Gesù ed è giunto in Santa Maria la Nova, sede della città Metropolitana. Il “NO” è netto, basta discriminazione che hanno reso il Paese diviso e disuguale, con il Centro-Nord ricco e con servizi pubblici efficienti ed opportunità di lavoro per i giovani. Non è accettabile che il Meridione sia privo di infrastrutture e viva una fase di spopolamento che interessa, in particolar modo, le zone montane. Il “NO” è altrettanto netto contro il progetto Calderoli sul regionalismo differenziato che, se divenisse legge dello Stato, condannerebbe il Sud a rimanere l’area più povera e sottosviluppata dell’UE.
La sala ed il cortile di Santa Maria la Nova erano colmi come un uovo, si potevano contare circa 400-500 persone. I sindaci con la fascia tricolore provenienti anche dal Nord facevano da cornice a Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, che ha fatto gli onori di casa.
Il “NO” alla riforma Calderoli è stato unanime, non deve essere spezzato il già lacero filo che tiene unito il paese, ognuno deve avere uguali diritti ed identiche devono essere le possibilità di esercitarli. Nello storico palazzo è intervenuto Massimo Villone, Prof. Emerito della Facoltà di Giurisprudenza della Federico II di Napoli che, insieme ai sindacati ed al Coordinamento di Democrazia Costituzionale hanno proposto la legge di iniziativa popolare di modifica dell’articolo 116, comma 3 e dell’articolo 117 commi 1, 2 e 3 della Costituzionale che può essere firmata sul sito di: http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/
È il momento di frenare l’avanzata della legge Calderoli che mette nella pattumiera il principio di uguaglianza e di solidarietà. Un fronte largo, un fronte di liberazione nazionale, come è accaduto con le quattro giornate di Napoli, che hanno visto tutti i partiti uniti per cacciare i fascisti e nazisti dal suolo della patria. Deve formarsi la massa critica che freni l’avanzata della “secessione dei ricchi”. La legge di iniziativa popolare è lo strumento per porre la discussione in parlamento sul regionalismo differenziato, concetto ribadito da Loredana Marino, Coordinatrice Nazionale insieme a Natale Cuccurese, del Coordinamento Meridionalista, la quale reputa utile appoggiare la raccolta delle firme della legge di iniziativa popolare proposta da Massimo Villone ed altri.
In pochi, circa quattro anni fa, come Marco Esposito, giornalista del Mattino, il Prof. Giancarlo Viesti dell’Università di Bari, il Prof. Massimo Villone, il Prof. Pietro Busetta, dell’Università di Palermo ed altri, hanno fatto venire alla luce lo scellerato progetto di separazione del Paese voluto dalla Lega Nord ed accettato da tutti i governi, di qualsiasi colore. A questi eroi del nostro tempo vanno i nostri ringraziamenti per aver creato i presupposti per la meravigliosa riunione di Napoli.
Il regionalismo differenziato contiene la separazione del Paese e non può viaggiare sotto traccia. I cittadini devono sapere cosa si trama nelle segrete stanze, se fosse decisa la rottura dell’unità nazionale, che lascerebbe 20 milioni di cittadini nelle sabbie mobili, occorre comprende con precisione matematica a chi addossare la colpa della balcanizzazione del Paese.
fonte immagine: ecodellojonio.it