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Fratelli o fratellastri d’Italia?

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di Antonio Bianco

Sono iniziati gli esami di stato, 600 mila ragazzi, in Campania ne sono circa 80 mila, si confronteranno con le prove scritte ed orali. Il 28% dei neo-diplomati del Sud nel 2022 ha deciso di conseguire la laurea nel Centro-Nord (rispettivamente 16,1% al Nord e 11,9% al Centro). Il 97% dei laureati del Nord rimane nella propria regione, mentre per il Centro circa l’86% resta nella propria area geografica. Il meridione si spopola, anche le prestigiose università del Sud, come la Federico II di Napoli che compirà 800 anni dalla sua nascita, soffre, anche se resiste alla riduzione degli iscritti. Menti e braccia che non faranno più ritorno nella nostra terra e non potranno alimentare il percorso virtuoso della crescita economica, sociale e culturale. Molte di queste università, soprattutto nell’entroterra campano, come quella del Sannio, con sede a Benevento, vive momenti di grande difficoltà, aggravata dal fatto che tale provincia non ha un efficiente trasporto pubblico che unisce i piccoli centri sparsi su un vasto territorio. Ad esso si associa anche la dispersione scolastica quanto mai alta nel Meridione. La fotografia dello Svimez è impietosa: mentre nel Nord il 10,4% abbandona gli studi e forse trova un adeguato lavoro, nel mezzogiorno è il16,6%, a Napoli si attesta sul 23%.

Nell’Italia delle disuguaglianze fotografata nei numeri dello Svimez (vedi rapporto del 6/4/2023), ancor più che ieri, il cap di nascita determina il futuro, circa il 18,6% dei ragazzi dai 18 ai 24 anni al Sud non ha nessun titolo di studio, oppure solo la licenza di scuola media. La mancanza dei servizi aggrava la dispersione scolastica, il tempo prolungato è garantito al Sud solo al 18% degli studenti, mentre nell’altra Italia ne usufruisce il 48% della popolazione scolastica. A Milano l’80% degli studenti hanno il tempo prolungato, a Napoli solo il 20%. L’Italia delle disuguaglianze mai colmate, l’Italia dei pregiudizi ingiustificati nei confronti dei meridionali prosegue il suo cammino verso la separazione, non di fatto, ma basata sulla diversificazione dei diritti di cittadinanza negati ai meridionali ed elargiti a piene mani ai cittadini del Centro-Nord. Amara è la considerazione: i Meridionali sono solo dei fratellastri d’Italia.


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