Con le mani in tasca si appoggia la “secessione dei ricchi”

di Antonio Bianco
Ha superato l’asticella delle 105 mila firme la proposta di legge di riforma del titolo V della costituzionale, messa in campo dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, presieduta da Massimo Villone, Prof. Emerito di Diritto Costituzionale dell’Università Federico II di Napoli. L’iniziativa vorrebbe mettere dei punti fermi sui limiti e sulle specificità territoriale per attribuire le materie alle regioni richiedenti come previsto dagli articoli 116, comma 3 e 117 della Costituzione.
La legge propone la revisione delle modalità di concessione di questi poteri, oggi, lasciati alla libera richiesta delle regioni ed all’approvazione con legge, a maggioranza assoluta, del parlamento sulla base delle intese tra lo Stato e la regione. La proposta si pone in termini dialettici e vuole riportare la discussione dell’autonomia regionale nell’alveo naturale del parlamento. Le forze presenti in parlamento dovranno esprimersi con chiarezza se vi è la volontà politica di preservare l’unità della Repubblica, oppure avviare un processo di “secessione dei ricchi”, con il Nord che ha servizi pubblici efficienti, mentre il Meridione soffre la povertà e l’emigrazione, con il reddito pro capito che è la metà e la disoccupazione doppia rispetto al Nord.
Si deve scendere in campo per dar man forte con iniziative che portino alla conoscenza a parte di un vasto pubblico il tema e la pericolosità della legge Calderoli, approvata dal governo Meloni. Il Comitato Gaetano Salvemini, di cui faccio parte, sosterrà l’azione del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale “senza sé e senza ma”, chi rimarrà “con le mani in tasca”, asserendo che vi siano pregiudiziali, giuridiche, dottrinali, dogmatiche o di schieramento politico, disconosce la sperequazione esistenti tra le due aree e persegue interessi di parte contrari alla riunificazione socio-economica del paese.
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