L’ABBAZIA DI S. GIOVANNI IN VENERE: VENERI E MADONNE A FOSSACESIA (CH)

Abbazia di S. Giovanni in Venere. Il nome ha attirato da subito la curiosità di visitare un monastero che ha chiaramente un’influenza pagana. Un’unione di intenti e donne che mi piace, e decidiamo di andare a vedere.
Non te l’aspetti. L’abbazia di S. Giovanni in Venere si affaccia magnifica sull’Adriatico. Poderosa e solitaria domina il golfo di Venere il cui culto risale al IV secolo a.C., prima di divenire un luogo cristiano dedicato alla Madonna.
Leggende dicono che, sotto i ruderi che sono tra gli ulivi sottostanti il promontorio, o forse sotto la cripta, in un pozzo, ci fosse una miracolosa sorgente d’acqua dove le donne erano solite lavarsi mani e capelli, come auspicio di fertilità. In particolare, le donne erano solite chiedere soluzioni ai propri dubbi, e bagnarsi il giorno di San Giovanni, 24 giugno, per purificarsi con il “battesimo del sole”.
Questo enorme monastero venne costruito a circa un paio di chilometri dal centro abitato di Fossacesia, in Abruzzo, nelle vicinanze della foce del fiume Sangro. Attualmente ospita una comunità di Padri Passionisti, ma la costruzione dell’abbazia risale al 1015 per volontà di Trasmondo II, conte di Teate (Chieti), il cui corpo è seppellito nella cripta della chiesa abbaziale. Seguirono diverse trasformazioni tra il 1165 e il 1204 ad opera dell’abate Odorisio II, e quelle, tra il 1225 e il 1230, dell’abate Rainaldo.
Porta della Luna / Porta del Sole
Il portale principale è chiamato Porta della Luna, perché, durante il solstizio d’estate, al tramonto è raggiunto dalla luce del sole che illumina il presbiterio e la cripta. Invece le aperture che sono nelle tre absidi, e che durante il solstizio d’inverno vengono attraversate dai raggi solari, formano la Porta del Sole.
Nella lunetta sopra il portale sono rappresentati Cristo in trono tra San Giovanni Battista e San Benedetto da Norcia, mentre sui grandi pilastri in marmo, ai lati dell’ingresso, sono scolpite le storie di San Giovanni Battista.
L’interno è diviso in tre navate, al di sotto del presbiterio si trova la cripta, decorata da affreschi duecenteschi raffiguranti Cristo benedicente e la Vergine in trono. Altra meraviglia di questa abbazia è il chiostro al quale si può accedere attraverso la porta laterale della navata di sinistra. Risale al duecento ma venne parzialmente ricostruito tra il 1932 e il 1935. La natura ed il sole la fanno da padroni, evidenziando le eleganti trifore presenti nel cortile.