di Antonio Bianco
L’Italia lascia volare via infermieri e medici, la Norvegia, l’Arabia Saudita fanno lo shopping offrendo contratti a tempo indeterminato di 37,5 ore settimanali e stipendi che oscillano da 2.800 a 3.500 euro netti al mese (da Repubblica, 20/11/2023).
La Norvegia non richiede la conoscenza della lingua, offre il viaggio in aereo, le bollette e fitti gratis, almeno per i primi mesi di permanenza nel paese. L’emorragia è diventata inarrestabile, negli ultimi 3 anni almeno 7 mila infermiere hanno lasciato l’Italia, addirittura la Norvegia opziona i migliori studenti dell’ultimo anno di scienze infermieristiche offrendo le stesse condizioni contrattuali applicate a quelli laureati.
Infermieri e medici volano via. Perdiamo personale sanitario ben preparato per i quali la comunità italiana ha speso centinaia di migliaia di euro. Nel contempo il personale in servizio è sottoposto a turni massacranti, il turnover è una chimera per la mancanza di nuove leve che disertano i concorsi banditi dalle asl.
A breve il personale medico ed infermieristico incrocerà le braccia, il contratto della categoria è scaduto da molti anni, il governo ha proposto aumenti risibili ed una riforma pensionistica penalizzante per il personale. Il governo si è impegnato a modificare il provvedimento, considerato la netta opposizione dei sindacati. Nel contempo, favoriamo i paesi UE, che assumono personale sanitario italiano per i quali non hanno speso nemmeno un euro per la loro formazione. In tal modo si rende precaria l’assistenza e la cura dei cittadini, si allungano le liste di attesa, si favoriscono le assicurazioni che offrono polizze sanitarie, all inclusive, ci conducono diritti verso la privatizzazione della sanità.