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A Sorrento in mostra l’Impressionismo

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Viaggio nell’Impressionismo. Da Monet a Gaugain”, è la mostra organizzata e promossa dalla Fondazione Sorrento e curata da Vincenzo Sanfo e Gabriele Accornero

di Sara Stellabotte

Nella splendida cornice di Villa Fiorentino, a Sorrento, fino al 02 ottobre, sarà possibile visitare la mostra “Viaggio nell’Impressionismo. Da Monet a Gaugain”, organizzata e promossa dalla Fondazione Sorrento e curata da Vincenzo Sanfo e Gabriele Accornero.

L’esposizione intende ricordare ed omaggiare il viaggio che il pittore Pierre-Auguste Renoir, sulla scia della moda nata a partire dal XVIII secolo del Gran Tour, compì in Italia, proprio a Sorrento.

Il percorso espositivo è costituto da 130 opere inedite tra dipinti, incisioni, ceramiche, disegni e libri, appartenenti a collezioni private italiane e straniere.  La mostra è idealmente articolata in tre sezioni: la prima abbraccia i principali autori preimpressionisti, tra i capolavori esposti spicca Etude pour La mort de Sardanapale frutto del rinnovamento artistico che Eugène Delacroix imprimerà ai giovani dell’epoca, al punto che l’artista, con i suoi giochi di luci ed ombre, sarà considerato in Francia tra i precursori dell’Impressionismo.

La seconda sezione è rivolta alla rivoluzione impressionista. La pittura celebra due mondi: uno destinato man mano a tramontare fatto di spazi aperti e paesaggi campestri; l’altro caratterizzato dalla nascita delle prime realtà industriali di fine Ottocento. Si alternano i capolavori di Lepic, Sisley, Renoir, Vidal, Monet, Manet, Cèzanne, Pissarro, Signac, Seurat e tanti altri.

Una specifica stanza è dedicata a La Maison Tellier, racconto di Guy de Maupassant, in cui Madame Tellier, vedova senza figli, dirige una casa di tolleranza. Il testo, edito da Ambroise Vollàrd nel 1934, è accompagnato da 19 monotipi realizzati da Degàs.

Accanto ai lavori dei grandi maestri, degni di nota sono anche le opere di autori considerati minori quali Henry Somm, noto per i ritratti, dipinti dal vivo, di giovani donne parigine, come La lettre: il pastello tratteggia una donna seminuda, mentre affranta tiene nella mano una lettera probabilmente portatrice di cattive notizie.

A ricordarci i luoghi amati e frequentati dagli artisti impressionisti è la Serie di 6 paesaggi di Lèopold Levèrt, dominata da campagne rigogliose, villaggi, strade sterrate e periferie parigine.

La terza sezione è dedicata alla fase postimpressionista e a come quest’arte, fatta di tocchi rapidi ed essenziali abbia continuato ad influenzare altri giovani artisti: Bonhard, Lautrec, Verheyden, Permeke, Van Gogh, Chappel, Goenuette.

Sebbene non fosse impressionista, Gaugain fu uno tra i maggiori organizzatori di mostre impressioniste. Una sala della mostra è interamente dedicata alle sue xilografie tahitiane realizzate per accompagnare la seconda versione del suo manoscritto Noa Noa. 

Pierre Bonhard rappresenta, invece, il trait d’union tra la corrente impressionista e le nuove correnti, in particolar modo l’artista è legato al movimento dei Nabìs, un’avanguardia estetica tendente al simbolismo di cui lui è tra i principali protagonisti. Esposto nelle sale è il suo capolavoro Paysage.


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