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“Senologia oncologica e ricostruttiva: confronto interdisciplinare al convegno tenutosi a Napoli”

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Nella due giorni promossa dall’Ospedale del Mare e Asl Napoli 1, si è parlato delle ultime tecniche chirurgiche e dei trattamenti dei tumori della mammella.

Senologia oncologica e ricostruttiva – Focus sui  trattamenti integrati e riduzione del rischio dei tumori  della mammella. Stato dell’arte in Regione Campania.” Questo il titolo del convegno promosso da Asl Napoli 1 e l’Ospedale del Mare, e tenutosi al centro congressi della Federico II di Napoli.

  A presiedere la due giorni è stato il dottor Alfredo Borriello, Direttore dell’unità operativa di chirurgia plastica dell’Ospedale del Mare, insieme al dottor Marano.

Tra i numerosi temi approfonditi durante il congresso, il trattamento delle neoplasie della mammella, con particolare attenzione alla predisposizione genetica al cancro della mammella e suoi trattamenti; la collaborazione tra Chirurgo senologo e chirurgo plastico nelle Breast-Unit soprattutto per quanto concerne le tecniche chirurgiche demolitive e ricostruttive; e i trattamenti possibili dopo la chemioterapia e radioterapia in particolare riguardo le linfoadenopatie ascellari.

Al convegno interdisciplinare, cui hanno preso parte esperti scientifici provenienti da tutta italia:  senologi, radioterapisti,  oncologi, chirurghi plastici, è stato fatto  il punto sul trattamento senologico e ricostruttivo della mammella, per cui sono Asl Napoli 1 argomenti di senologia come la presenza dei test di rischio genetico e il Gom, Gruppi Oncologici Multidisciplinari dei tumori eredo familiari in Campania.

Tra i relatori, per citarne alcuni, il dottor Bruno Lo Sapio, la dottoressa Lilly Vozza, il dottor Salvatore Serio, la dottoressa Alessandra Pica.

Abbiamo incontrato il presidente della due giorni, il dottor Alfredo Borriello.

Dott. Borriello, qual è lo scopo di questo convegno da lei presieduto, e quali sono le tematiche e gli argomenti principali che avete affrontato?

Questo convegno che è stato organizzato, è il primo  interdisciplinare che ha visto riuniti in Campania esperti di settore che si sono confrontati con dati e casi precisi sulle tematiche importanti. Questo ha permesso di fare il punto sul quadro completo. Per la parte senologica, si è parlato di trattamento di radioterapia e linfoadenectomia ascellare, cioè di quelle cure che riguardano l’ascella, oltre, chiaramente, di indicazioni chirurgiche. Per quanto riguarda invece  la parte di chirurgia plastica ricostruttiva, è stato fatto  il punto sulle varie tecniche adottate:  sia sulle ricostruzioni autologhe con Diep e gran dorsale, sia sulla ricostruzione diretta con l’utilizzo di protesi, oltre a discutere di quelle che possono essere le complicanze della chirurgia ricostruttiva collegate soprattutto alla radioterapia e ai danni che  può determinare alla ricostruzione. In questo caso, si è visto quali  tecniche sono  più idonee al salvataggio, nell’eventuale utilizzo di protesi ed espansore, o quali possano essere le indicazioni secondarie ove mai ci fossero delle problematiche, da risolvere  in chirurgia ricostruttiva.

Tra i temi che avete trattato, ci sono  anche le tecniche che scegliete per la ricostruzione mammaria a seconda dei casi: ci sono evoluzioni in questo ambito? e su cosa si basano le scelte dei chirurghi?

Durante il Convegno è stata fatta una panoramica piuttosto ampia su tutte le tecniche a disposizione in chirurgia ricostruttiva: sia quelle che consentono l’utilizzo della protesi immediata (in un 15%  dei casi), sia in quelle che richiedono una ricostruzione in due tempi con espansore e protesi, e, ancora, in quelle che prevedono l’utilizzo di lembi autologhi ovverosia del diep o del gran dorsale. Ovviamente grande importanza è stata anche data all’utilizzo del lipofilling, cioè l’utilizzo del tessuto adiposo prelevato da altri siti dell’età della mammella per combattere i danni della radioterapia. Le scelte del chirurgo ricostruttore sono in parte legate a quella che può essere l’indicazione all’intervento che viene data dal senologo, per cui è fondamentale la collaborazione tra questi due figure professionali. Ad esempio, sarà  ovvio che, nel caso in cui venga prevista una radioterapia successiva all’operazione, si opti per una ricostruzione  direttamente con un lembo autologo e  non con protesi. Nel caso in cui la quantità di tessuto che viene lasciato è piuttosto scarsa, è chiaro che non può essere utilizzata una protesi diretta. L’esito e buon esito della chirurgia ricostruttiva mammaria è  in relazione sicuramente al tipo di tumore e al tipo di intervento che viene programmato dal senologo. In conclusione, questi confronti, che avvengono in questo tipo di  convegno, rappresentano una buona opportunità per poter individuare   le indicazioni più giuste sia per l’aspetto demolitivo che per quello ricostruttivo.

In Campania, ma direi in tutta italia, voi dell’Ospedale del Mare di Napoli siete tra i pochi ad utilizzare questo tipo di operazione. Siete un’eccellenza. Dal convegno si evince che questo tipo d’intervento richiede molte ore di esecuzione, e soprattutto preparazione e programmazione?

All’ Ospedale del Mare, così come anche in altri ospedali d’Italia, si effettuano operazioni con il lembo Diep. Qui realizziamo  questa ricostruzione con lembo autologo, lembo Diep, quando ci sono le opportune indicazioni, dunque  senza l’utilizzo di protesi, espansori o altro.

 Sicuramente è una sfida affascinante. Il lembo è un tipo di ricostruzione, ovviamente, che richiede molta pazienza, preparazione e soprattutto molta programmazione. La  progettazione è una base comune per tutti gli  interventi di chirurgia ricostruttiva mammaria, e il coordinamento  adeguato, tra le esigenze demolitive del senologo e quelle ricostruttive del chirurgo plastico, sono alla base del buon successo, in modo da restituire  alla donna, che affronta un problema così grave e delicato, la sua femminilità, per  tornare ad una situazione di benessere psicofisico.

Iki e Gilda Notarbartolo

in foto Dott. Alfredo Borriello, Dott. Bruno Lo Sapio, dottoressa Lilly Vozza, il dottor Salvatore Serio, dottoressa Alessandra Pica.


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