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Va abrogata la legge Calderoli sul regionalismo differenziato

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Occorre la mobilitazione per vincere la battaglia e sconfiggere gli egoismi secessionisti della maggioranza di governo, non possiamo attendere con le mani in tasca la balcanizzazione della Repubblica.


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Legge Calderoli
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Legge Calderoli. È in Cassazione il quesito referendario per l’abrogazione della legge 86/2024 sul regionalismo differenziato (Legge Calderoli). Presentato dalla CIGL, dalla UIL, dal sindacalismo di base, dal mondo cattolico, dalle associazioni, dai comitati, dalle opposizioni, incluse quelle extra parlamentari.

L’unità e la coesione della Repubblica sono il fondamento della Costituzione, non possono nascere 20 piccole patrie in competizione tra loro. Uno Stato arlecchino, debole e influente sulle scelte politiche non solo dell’UE ma dell’economia globalizzata. Sarà una corsa contro il tempo. Entro il 30 settembre dovranno essere raccolte almeno 500 mila firme per poter indire il referendum entro la prossima primavera.

Le motivazioni sono tutte nella costituzione: unità e indivisibilità della Repubblica, rimozione degli ostacoli di ordine socio economico che impediscono l’uguaglianza delle persone nei confronti della legge, solidarietà verso i territori fragili.

Questi principi sono violati dalla legge Calderoli. La legge ascerebbe invariate le disuguaglianze, tant’è che la legge di bilancio, alla quale è collegata la sul regionalismo differenziato, non stanzia nemmeno un centesimo per il finanziamento dei LEP. Soldi necessari ad avviare il riavvicinamento socio economiche tra il Nord e il Sud, quest’ultima, si ripete, l’area più povera e sottosviluppata dell’UE.

Occorre la mobilitazione per vincere la battaglia e sconfiggere gli egoismi secessionisti della maggioranza di governo, non possiamo attendere con le mani in tasca la balcanizzazione della Repubblica.


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