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Occorre la crociata contro le morti bianche sul lavoro

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Non possiamo dire solo: ”Ora basta”, i morti sul lavoro sono un loop lungo decenni che ha interessato tutte le stagioni politiche e tutti i governi. Mai nessuno ha posto fine allo sterminio dei lavoratori, considerati fattori della produzione, non persone, intercambiabili come qualsiasi ingranaggio o macchina per dar vita a beni e servizi. Nessun governo ha posto fine alla deregolamentazione sulla sicurezza, nessun governo ha posto il freno al massimo profitto ed ai sub appalti, costi quel che costi, inclusa la vita dei lavoratori. Eppure ci sono fiumi di leggi, pezzi di carta straccia bruciata sull’altare dell’egoismo e della competizione che risparmia sui salari pur di rimanere sul mercato che cannibalizza le imprese in regola, costrette a chiudere i battenti.

La strage della centrale elettrica di Suviana, seguiranno le commemorazioni di stato, le frasi di rito, qualche lacrimuccia e poi, speriamo di no, in attesa del nuovo lutto. In Italia ogni anno perdono la vita più di 1000 persone sul posto di lavoro, con migliaia di lavoratori infortunati che vanno ad ingrossare la schiera di invalidi civili che sono presi in carico dall’INPS. Costi che si riversano sul sistema pensionistico e su quello sanitario, incapace di garantire la presa in carico totale dell’infortunato e della sua famiglia. Non si può andare a lavorare e ritornare a sera in una bara con le commemorazioni di Stato. Occorre una crociata contro questa strage, diversamente siamo simili a Ponzio Pilato che, si lava le mani e gira lo sguardo da un’altra parte.

Antonio Bianco


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