Massimo Villone: “Bisogna contrapporsi nettamente all’autonomia differenziata”
di Antonio Bianco
Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna, boccia la linea politica del PD, ritenuta troppo a sinistra. Il congresso è alle porte e Bonaccini scalda i motori ponendosi in pole position per essere eletto segretario. Il futuro condottiero del PD reputa indispensabile dare immediata attuazione al regionalismo differenziato che è parte integrante del programma di governo inserito nella legge di bilancio.
Dimentica il Meridione che si avvia allo spopolamento, senza i giovani quest’area non avrà le braccia e le intelligenze per risollevarsi dal declino. Bonaccini insieme a Zaia e Fontana, quest’ultimi presidenti delle regioni Veneto e Lombardia, vogliono il regionalismo differenziato senza l’approvazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) che consentirebbero di riconoscere diritti minimi ed uguali a tutti i cittadini. Grave è il pericolo della balcanizzazione del paese, nessuna voce, in campagna elettorale, propone il rilancio del meridione privo di infrastrutture moderne che possano consentire le sfide commerciali con i competitor internazionali.
Il regionalismo differenziato rompe il patto costituzionale dell’Unità e della coesione territoriale, sul tema i partiti, di maggioranza ed opposizione, hanno calato un vergognoso silenzio. Il pericolo è chiaro e imminente, il tema è stato ripreso da Massimo Villone, professore emerito di Diritto Costituzionale dell’Università Federico II di Napoli su “Il Manifesto” dell’8 agosto 2022: “Ora che l’autonomia è ufficialmente nel programma elettorale del centrodestra il silenzio non può continuare. Bisogna contrapporsi nettamente”.