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A DANZARE AL PALAZZO DEI PAPI NEL SUD DELLA FRANCIA – Il Festival di Avignone tra teatro e musica: gli spettacoli che ci hanno più colpito

festival di avignone
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AVIGNONE

Ci rimanda ai libri di storia che ci raccontavano degli  scontri tra papi e antipapi,  e del fiume Rodano sul quale sorge. La ricordiamo tutti per lo Scisma d’Occidente nel Medioevo, quando la sede del papato si trasferì` da Roma a questa città del sud della Francia (1309 -1377). Che storia, ben sette papi risiedettero ad Avignone piuttosto che in Roma. 

Oggi come si presenta la famosa “citta` dei papi” ? Vivace, deliziosa e affascinante.  A ricordare immediatamente i fasti del suo passato sono la  possente cinta muraria e  naturalmente il Palazzo dei Papi, l’ edificio gotico di ben 150.000 metri quadrati di superficie, affiancato dalla Cattedrale con la meravigliosa e colossale  statua della Vergine in ghisa dorata (la più` grande che io abbia mai visto). Tutt’ora la città resta centro d’arte e di cultura e con il suo aspetto medievale, elegante e  variopinto, tra palazzi storici e mura antiche, incanta i suoi visitatori.

IL FESTIVAL

Il periodo migliore per visitare Avignone è luglio. Per quasi tutto il mese, infatti, la capitale della Provenza accoglie artisti e amanti dell’arte con il Festival che ogni anno porta qui circa 130.000 spettatori.  Il Festival di Avignone, creato nel  1947 da Jean Vilar, è soprattutto un Festival teatrale, il più importante della Francia, comparabile in Europa solo al Festival di Edimburgo per numero di compagnie presenti e di spettatori. Negli anni, la rassegna si è aperta anche a spettacoli di danza, musica, street art  e cinema che rendono la città vivissima e allegra dal mattino alla sera con rappresentazioni di ogni sorta. E` dalla fine degli anni ’60, infatti,  che al Festival ufficiale, “Festival In”, si è aggiunto il cosiddetto “Festival Off” con centinaia di spettacoli e migliaia di professionisti del settore.  Maschere ed artisti vanno a passeggio dalle prime ore del giorno per le graziose e soleggiate stradine della città` ad invitare il pubblico ai propri spettacoli programmati negli oltre 100 teatri della città per le tre settimane dell’evento.  Per scegliere a cosa assistere è facilmente reperibile ovunque la Guida del Festival, strumento utile per orientarsi nel ricchissimo programma (si tratta di un vero e proprio libro dalle misure enciclopediche). Naturalmente la gran parte delle rappresentazioni teatrali sono in francese ma, per la fortuna di chi come me ancora non possiede questa lingua,  è anche possibile assistere a spettacoli che fanno uso di linguaggi universali quali quelli della danza, dei mimi e della musica.

IL TEATRO DEL FESTIVAL 2023

Seppure presente uno spettacolo in italiano che non siamo riusciti ad andare a vedere, alcune rappresentazioni mi hanno consentito di entrare nei “freschi” teatri di Avignone (che in luglio ha temperature che si aggirano tra i 30 e 40 gradi) e raccogliere storie, immagini e tutte le emozioni che si portano dietro. Si tratta di:

“Masonn” (Pareti) di Max Diakok della Compagnia Boukousou, a cui ho assistito al Teatro De L’Oulle. Uno spettacolo fatto soprattutto di danze e giochi coreografici con un interessantissimo uso di proiezioni e luci in grado di  interagire con gli attori. Quattro bravi ed energici danzatori  riempiono il palco con ritmo e vigore raccontando di separazioni e unioni attraverso movimenti all’interno e all’esterno di ombre e luci.

Alla Chapelle des Italiens  (La cappella degli italiani) è andato in scena “La  maison du masque et du mime” (La casa della maschera e del mimo) di Kazumi Ishigami e la compagnia di 4 eccellenti attori thailandesi e giapponesi. Uno spettacolo senza parole, di mimi e maschere accessibile anche ad un pubblico estremamente giovane ma piacevole  e divertente per gli adulti. Lo spettacolo si compone di diversi racconti brevi che vanno dai “Big Eyes”, alle “Emoji” (The emoticon), dalla “Linea gialla” (The yellow line ) a “La luna”, al “Karaoke”, dal “Light of Life” (l’amore), a “Homeless.      Divertente, originale, tenero. L’uso di costumi e maschere rendono la rappresentazione estremamente piacevole, immediata e speciale.

Poi c’è stato “L’amour” di  Jokin Oregi, con la compagnia  Marie de Jongh, che si è tenuto sempre  al Teatro De L’Oulle. Anche qui, senza pronunciare parola, gli attori raccontano dell’ amore. Dolce e poetico, lo spettacolo parte dalla storia di quattro bambini, in grado di amare con coraggio e disinvoltura come si fa a quell’età`,  e procede dischiudendo le possibilità` che l’amore sempre offre in tutti i momenti e in tutti i modi. 

LA MUSICA FLAMENCO AD AVIGNONE

Per concludere,   quale linguaggio più universale e immediato della musica che fa felici tutti?

 Ad entusiasmare il pubblico di tutte le età` tra i luoghi più` caratteristici di Avignone, ci hanno pensato  le chitarre del “Duo” del francese Benjamin Bruant e l’inglese Will Cashel. Estremamente popolari nel Regno Unito e già` frequentatori dei famosissimi Festival di Edimburgo e  Glastonbury, i due artisti hanno arricchito l’atmosfera di Avignone con gig in grado di catturare le folle rapidamente.   Il loro stile particolarissimo infatti fonde musica flamenco, pop e classica e il risultato è eccezionale.  Entrambi provenienti dalla Royal Academy of Music di Londra e Bruant con un Dottorato in Musica presso L’International Guitar Research Centre, University of Surrey, hanno una preparazione ed una tecnica in grado di incantare il pubblico al primo ascolto. I due artisti hanno infatti cominciato quest’estate il tour per la promozione del loro sesto Album “Destino”, già accolto con entusiasmo da un vasto pubblico e naturalmente da Avignone che non ha mai smesso di danzare sotto le note di musica flamenco.


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