UN ALTRO “UNICO” IN ITALIA: NEL TERAMANO

di Elio Notarbartolo
Ci sono città, in Italia, “trasparenti” nel senso che il nome lo hai sentito a scuola quando si faceva Geografia, e poi ti è rimasto, sì e no, solo quello: vedi, per esempio Pesaro, vedi Teramo.
Siccome, però, esse fanno parte di Italia, aspettati, anche da loro, qualcosa di eccezionale, di particolare, di unico.
Castelli è una cittadina piuttosto piccola in provincia di Teramo, che contiene qualcosa di “suo, proprio suo” che non troverai in nessuna altra parte di Italia.
La tradizione ceramica di quei luoghi è molto antica, forse molto più antica di quella di altri luoghi più noti.
Sono molte famiglie che praticano, a tutto il 2023, l’arte della ceramica a Castelli che è un paesino in provincia di Teramo.
Quasi tutti i musei che si dedicano, anche in parte, alla Ceramica, si fanno onore di esporre qualche pezzo dell’artigianato di Castelli.
Anche il museo Correale di Sorrento, che è una zona ricca di tradizioni ceramiche come tutta la costiera amalfitana, Cava dei Tirreni, Napoli, e dintorni, non dimentica di esporre le finezze dell’artigianato teramano del Seicento o , addirittura, del Cinquecento.
Diciamo artigianato ma, con questo, non intendiamo togliere niente a questa vera e propria arte e alla sensibilità e alla creatività di quest’arte e di quei maestri abruzzesi che sono stati famosissimi nel 600 in tutte le parti d’Italia e che, ancora oggi, sostengono una produzione estesa di alta qualità che si appoggia alla tradizione con tantissimi operatori e artisti che onorano anche oggi il buon nome della scuola cui appartengono.
Avete mai visto un soffitto decorato di ceramica?
A Castelli c’è, e decora la parte interna della copertura della chiesetta di san Donato.
Fu un dono corale fatto alla piccola chiesa dagli artigiani del paese coordinati e diretti da una delle famiglie che, ancora oggi, fanno di Castelli un centro ceramico di prim’ordine: la famiglia Pompei.
Ci vollero circa 1000 riggiole 20 x 40 cm a completare quella copertura sorretta , allora come ora, da travature lignee.
400 anni sono lunghi, perciò , dopo più di un secolo, quelle mattonelle furono smontate e messe a pavimento; al loro posto, la tradizione artistica del paese mise altre mattonelle, nuove, ma copia delle antiche, ed, ogni tanto, forse per le irregolarità termiche o per movimento del legno delle travi, qualche mattonella va sostituita.
C’è un intero paese a preoccuparsene sostituendo anche quelle consumate dall’uso che stanno nel pavimento.
Oggi ce ne sono 780 a decorare il soffitto più unico ed esclusivo d’Italia.
Lo troverete solo nella chiesa di san Donato a Castelli.
La tradizione ceramica continua e si rinnova a Castelli ed è un ottimo motivo per visitare quella un po’ trascurata provincia del nord dell’Abruzzo semmai per portarvi a casa un pezzo d’arte che sa ancora di Seicento italiano